martedì, aprile 06, 2010

Storia di un corridore e del suo traguardo

Questa storia parla di un uomo. Un corridore, per cui correre è il significato stesso della sua vita, non c'è nulla che sia più importante per lui del correre più veloce degli altri. Il suo sogno sono le Olimpiadi ed ora è li sulla griglia di partenza della finale.
Le Olimpiadi ci sono una volta ogni quattro anni, quattro anni cazzo non ogni dieci giorni, se riesce a portarsi a casa un'oro chi sarà più felice di lui? A maggior ragione se nell'ultima occasione è stato bruciato sul finale da un avversario.

Ecco, mettiamola così... alle scorse Olimpiadi quest'uomo guidava la finale...fino a pochi metri dal traguardo, quando ormai era convinto che cazzo, ce l'aveva fatta, che ormai c'era una sedia con il suo nome inciso sopra nella storia dello sport... quando ecco che tutt'ad un tratto...un avversario lo sorpassa e si porta a casa la gara.
Come avrà passato questo corridore i successivi quattro anni?

Credo che all'inizio sia una mazzata, è dura rialzare la testa...era in vantaggio e si ritrova con un pugno di mosche in mano... ok, un argento non fa schifo, è sempre un bellissimo ricordo...ma basta davvero?
Non basta affatto.
Dopo un po' però si ritrova davanti ad un bivio: ritirarsi o puntare a diventare più forte di prima.

Ecco, questo è il punto... ecco come avrà passato gli anni quest'uomo... impegnandosi per riconquistare tutto, per migliorarsi, perchè la prossima volta vorrà essere pronto sia mentalmente che fisicamente...perchè non vuole più commettere l'errore di abbassare la guardia ad un passo dalla linea bianca, non vuole più sentire la stanchezza prima del traguardo...perchè cazzo quel traguardo è tutto e lo vuole conquistare.
Vuole dimostrare a se stesso e a tutto il mondo che quello era il suo traguardo... e può crescere fino ad arrivare a meritarselo.

Quattro anni, passati a sudare giorno dopo giorno, con il sole di agosto e con la pioggia e il vento di novembre...quattro anni pieni di piccoli passi avanti, ma anche di cadute da cui rialzarsi anche se ormai le gambe tremano ed ogni volta si fa sempre più dura, quattro anni in cui lo spettro della finale persa torna a trovarlo giorno dopo giorno, quattro anni di immagini in televisione della sua sconfitta, quattro anni di sorrisi ogni volta che il suo tempo migliora e di lacrime quando ricasca nel solito vecchio errore di dosare male le energie.

E poi arriva il giorno... lui è pronto... fisicamente e mentalmente, sa che può fare meglio della volta scorsa...

Ma cosa passa nella sua mente prima della gara? Potrei dirvi che come in un film lui è senza paura e sicuro di vincere..ma è una cazzata gente, lui è un uomo normale...non un supereroe.
Ve lo dico io cosa passa nella sua testa prima della gara: quel dannato fantasma.
C'è la paura, il dubbio che nonostante i suoi sforzi gli avversari siano più pronti di lui, la paura di fallire ancora una volta, di ricommettere lo stesso errore, di vedere ancora una volta il suo sogno svanire. E si ritrova a pensare che cazzo, avrebbe voluto ancora un paio di giorni per prepararsi, ben sapendo che con un paio di giorni in più non sarebbe cambiato nulla e il fantasma sarebbe tornato lo stesso...ma pensa che forse quei due giorni avrebbero fatto si che lui arrivasse più calmo e più sicuro di se stesso al momento della gara.
E' in quel momento che rischia di buttare all'aria tutti gli sforzi fatti, quando la paura di fallire e di non essere pronto torna a fargli visita, quando pensa che stavolta la fortuna potrebbe non essere dalla sua parte e che potrebbe non essere nemmeno tra i primi nel momento in cui chi ha quel residuo di forze in più vince.
Alla fine però chiude gli occhi e fa un respiro profondo, li apre e pensa che è li per quello che ha aspettato per quattro anni: un'altra possibilità di lottare per il suo sogno.

Sono questi gli atleti che adoro, quelli sporchi di fango, quelli sudati, quelli che non nascondono il fatto di aver paura, quelli che nonostante tutto lottano fino all'ultimo respiro... è per gli atleti così che faccio il tifo. Spero che vinca la sua gara.

BANG! E' partito...